Toumeyella parvicornis (Cockerell) o Cocciniglia tartaruga dei pini, è un insetto (Emittero della famiglia Coccidae), che può portare alla morte le piante che infesta, a causa della sottrazione di linfa delle piante ospiti (genere Pinus) di cui si nutre. Questo insetto non rientra tra quelli elencati come da quarantena dalla normativa dell’Unione Europea, ma è regolamentata a livello nazionale dal decreto ministeriale del 3 giugno 2021, relativo alle “Misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell’organismo nocivo Toumeyella parvicornis (Cockerell) (Cocciniglia tartaruga)”.
Tra la fine del 2014 ed inizio 2015, l’insetto è stato rinvenuto per la prima volta in Europa, precisamente in Italia nella Regione Campania su piante di Pinus pinea (pino domestico) e nel 2018 nella Regione Lazio. Successivamente è stato segnalato in Puglia, Abruzzo e Toscana. Dal momento del primo rinvenimento, sono state avviate attività di ricerca che hanno evidenziato la capacità della specie di insediarsi facilmente in nuovi territori, preferibilmente in zone temperate dove sia presente il genere Pinus, così come l’intervento nell’uso di sostanze, sia chimiche che di minore impatto ambientale, non è risultato sufficientemente efficace per contrastare la diffusione dell’organismo.
Pertanto, sono state valutate alcune tecniche sperimentali disponibili, usando anche trattamenti eseguiti per endoterapia sui pini infestati dalla cocciniglia. Inoltre, recentemente, si è fatta strada l’esigenza di ricorrere ad interventi di lotta biologica con antagonisti naturali del parassita. A tale proposito, un primo lavoro svolto per il Programma di Lotta Biologica Classica finalizzato al controllo di Toumeyella parvicornis, è stato realizzato nell’ambito di progetti di ricerca e sperimentazione promossi dal MASAF e sviluppati dagli esperti scientifici del CREA Difesa e Certificazione. Si tratta di uno studio, frutto di una impegnativa collaborazione tra istituzioni di Paesi diversi, nel quale viene presentato un antagonista naturale individuato nel 2023 in America (Isole Turks and Caicos) e introdotto con le necessarie autorizzazioni in condizioni di quarantena in Italia.
Per affrontare questa particolare emergenza fitosanitaria, il Comitato Fitosanitario Nazionale (CFN) ha istituito, dal 2019, il Gruppo di Lavoro Toumeyella parvicornis al fine di approfondire e valutare gli aspetti tecnico-scientifici e definire le misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo sul territorio nazionale.
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Come avviene la diffusione e quali sono i danni ed i sintomi
Questo insetto ha una notevole capacità di insediarsi con velocità preoccupante, oltre che per contatto chioma-chioma anche e soprattutto per diffusione passiva ad opera del vento, sia nell’area nativa e sia in altri territori invasi. Tutto ciò, senza considerare altre forme di trasporto passivo lungo le principali vie di comunicazione, favorito dalla presenza di alberature di pino domestico e dal traffico di mezzi pesanti, in grado di creare turbolenze a livello della chioma degli alberi.
Il coccide forma fitte colonie sui germogli e sugli aghi delle specie di pino maggiormente suscettibili, data l’abbondante produzione di melata, sulla pianta si ha la formazione di fumaggine che crea l’annerimento della chioma e della pianta.
A causa poi della continua sottrazione di linfa e riduzione della capacità fotosintetica dei pini si ha un deperimento della pianta che spesso diviene irreversibile nel giro di pochi anni, causandone la morte.
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Quali piante sono attaccate dall’insetto
Le piante, che vengono attaccate, appartengono esclusivamente al genere Pinus: P.australis, P. banksiana, P. caribaea var. bahamensis, P. contorta, P. echinata, P. elliottii, P. glabra, P. mugo,P. nigra, P. palustris, P. pinaster, P. pinea, P. sylvestris, P. taeda, P. nigra e P. virginiana (Garcia Morales et al., 2020). Nei nostri ambienti principalmente attacca il Pinus pinea o pino domestico.
A differenza del pino domestico, che può subire gravi danni a seguito dell’infestazione, altre specie di pino risultano meno infestate e maggiormente tolleranti la presenza della cocciniglia (es. pino marittimo) oppure raramente o per niente infestate (es. pino d’Aleppo).
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Ciclo vitale
La specie è ovovivipara, con deposizione giornaliera di 10-30 uova che schiudono in breve tempo (1-2 ore). Il potenziale biotico della specie è elevato (in media 500 uova/femmina fino a valori di oltre 1000 uova) con la successione
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Siti a maggior rischio
I siti a maggiore rischio, sono i siti dove sono presenti le piante di Pinus spp, potenzialmente ospiti dell’organismo nocivo, ed il trasporto di materiale derivante da vegetali vivi. La potenziale contaminazione tramite i mezzi di trasporto, è possibile soprattutto se nelle vicinanze delle zone di carico sono presenti dei pini vegetanti e infestati.
Per approfondimenti si rimanda al documento tecnico, del Servizio fitosanitario nazionale e realizzato in collaborazione con Gruppo di lavoro Toumeyella parvicornis, relativo alle Linee guida per la gestione del fitomizo Toumeyella parvicornis (Cockerell).
Toumeyella parvicornis è una specie originaria del Nord America. L’areale nativo di questo insetto è esteso dal Canada meridionale al Messico settentrionale. È stato introdotto accidentalmente ed è stato segnalato per la prima volta nell’area caraibica, a Puerto Rico, Turks e Caicos, dove ha quasi portato all’estinzione il pino autoctono (Pinus caribaea var. bahamensis). In Europa è presente in Francia e Italia. La mappa di “EPPO Global database” mostra come l’insetto sia diffuso a livello globale.
Nel 2024, in Italia, sono presenti focolai nelle seguenti aree:
- dal 2014, Campania (provincia di Napoli, Caserta, Benevento, Avellino e Salerno)
- dal 2018, Lazio (provincia di Roma e Latina), area delimitata del focolaio
- dal 2020, Abruzzo (provincia di Pescara)
- dal 2021, Puglia (provincia di Bari)
- dal 2021, Toscana (provincia di Pisa)
Le attività di Sorveglianza, che si svolgono sulla base del Piano Nazionale di Indagine (PNI), consistono nella realizzazione di ispezioni visive, nel posizionamento e controllo di trappole e nel prelievo di campioni per i controlli analitici da parte dei laboratori dei Servizi fitosanitari regionali. L’applicazione del Piano Nazionale di Indagine è finalizzato alla definizione del Pest status dell’organismo nocivo sul territorio nazionale e, per il 2024, è stato previsto di ispezionare 111 siti RUOP e 368 siti nel territorio.
I risultati delle precedenti indagini condotte nelle aree indenni (2021-2022-2023), hanno confermato l’assenza dell’organismo nocivo in tutto il territorio nazionale ad eccezione delle regioni dove era già stato segnalato (Abruzzo, Campania, Lazio, Puglia e Toscana). La tabella di seguito mostra il numero di siti ispezionati ed esami visivi effettuati per gruppo di indagine nel triennio.
Anno | Gruppo d’indagine | N. Siti ispezionati | N. Esami visivi |
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2023 | RUOP | 398 | 557 |
Territorio | 985 | 1437 | |
2022 | RUOP | 397 | 569 |
Territorio | 1.273 | 1.896 | |
2021 | RUOP | 337 | 428 |
Territorio | 750 | 825 |