SETTORE PRODOTTI FITOSANITARI
La Comunità Europea ha sviluppato in questo settore un quadro normativo articolato e complesso.
La Direttiva 91/414/CEE (attuata a livello nazionale con d.lgs. n. 194 del 17 marzo 1995), per prima ha definito le regole per l’autorizzazione dei prodotti fitosanitari e loro immissione sul mercato, prevedendo una valutazione rigorosa dei fitofarmaci circa l’utilità delle sostanze attive, l’efficacia e i rischi potenziali, attraverso prove di efficacia e di selettività condotte da Centri di saggio ufficialmente riconosciuti dalle autorità nazionali. Tale Direttiva è stata sostituita dal Regolamento (CE) n. 1107/2009.
Oltre a regolamentare l’immissione in commercio, la legislazione europea prende in considerazione anche la fase conclusiva del ciclo di vita dei pesticidi e la tutela dei consumatori; il Regolamento 396/2005/CE, stabilisce i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale.
Anche se la competenza normativa del settore afferisce al Ministero della Salute, sono numerosi gli argomenti che vedono il coinvolgimento del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Una specifica problematica dei prodotti fitosanitari, che richiede soluzioni specifiche è quella definita “Usi minori”. Nel quadro complessivo delle produzioni agricole, alcune colture vengono considerate “minori” poiché hanno un’importanza inferiore in termini di superficie coltivata ed di quantitativi prodotti rispetto alle colture con la maggiore diffusione nazionale e internazionale quali grano, mais, ecc.
In realtà molte delle produzioni tipiche italiane che caratterizzano il variegato panorama delle colture mediterranee rientrano in tale definizione ma, pur essendo caratterizzate da superfici investite ridotte, hanno un elevato valore commerciale per gli imprenditori agricoli.
La maggiore difficoltà di difesa delle colture minori, presenti in tutti i Paesi, ma patrimonio peculiare di quelli mediterranei, consiste nel numero limitato di prodotti fitosanitari autorizzati all’impiego su queste colture.
Il principale motivo di questa limitata disponibilità consiste nello scarso rientro economico per le ditte produttrici, legato al ristretto mercato derivante da tali colture, a fronte degli elevati costi degli studi richiesti per l’autorizzazione all’uso e per il suo mantenimento.
A livello comunitario sono stati definiti i criteri indicativi per la individuazione delle colture maggiori e quindi, per esclusione, delle colture minori, sulla base del consumo medio giornaliero (> 7,5 g/uomo del peso medio di 60 kg), dell’ estensione di coltivazione (> 10.000 ha) e della produzione (> 200.000 t annue).
Attualmente il Mipaaf è impegnato su tavoli comunitari e internazionali al fine di condividere, specialmente con i paesi del sud Europa, strategie comuni per trovare soluzioni a tali problematiche.
La materia relativa all’uso dei prodotti fitosanitari è stata oggetto di una profonda revisione normativa che trova il suo fondamento giuridico nella Direttiva 2009/128/CE, (attuata a livello nazionale con d.lgs. 14 agosto 2012, n. 150) che istituisce un quadro comunitario per l’uso sostenibile dei pesticidi.
Con il recepimento della direttiva nell’ordinamento nazionale è stato predisposto il Piano d’Azione Nazionale (PAN) adottato con decreto in data 22/1/2014 del Ministro delle Politiche Agricole, di concerto con i Ministri dell’ambiente e della salute.
Il Piano prevede soluzioni migliorative che concorrono ad un uso più corretto e sostenibile dei prodotti fitosanitari con l’obiettivo di tutelare la salute umana e l’ambiente attraverso la riduzione del loro impatto e si propone di raggiungere i seguenti obiettivi generali:
- ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità;
- promuovere l’applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi;
- proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata;
- tutelare i consumatori;
- salvaguardare l’ambiente acquatico e le acque potabili;
- conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi.
Per il raggiungimento dei citati obiettivi il Piano, in via prioritaria, si propone, tra l’altro, di prevedere la difesa a basso apporto di prodotti fitosanitari delle colture agrarie, al fine di salvaguardare un alto livello di biodiversità e la protezione delle avversità biotiche delle piante, privilegiando le opportune tecniche agronomiche e di incrementare le superfici agrarie condotte con il metodo dell’agricoltura biologica e della difesa integrata volontaria.