Ips typographus L., comunemente detto bostrico tipografo è un coleottero appartenente alla famiglia degli scolitidi. Questo insetto che si nutre della linfa del legno fresco anche se non vivo (alberi caduti, o tronchi tagliati) di conifere, principalmente abete rosso, costituisce una parte integrante del ciclo naturale del bosco. In un ambiente equilibrato (fase endemica) non provoca danni rilevanti in quanto attacca normalmente le singole piante indebolite che stanno vivendo una situazione di stress, come siccità, scalzamento dell’apparato radicale, scottature della corteccia. Questo organismo nocivo, ritenuto un parassita di debolezza, non rientra tra quelli elencati come da quarantena dalla normativa dell’Unione Europea. Tuttavia, nel caso vi siano disponibili piante schiantate o sofferenti in grande quantità, l’insetto trova, in queste, un substrato trofico ideale per la sua crescita e riproduzione, causando vere e proprie infestazioni (fase epidemica).
Un simile episodio scatenante si è manifestato nel Nord Italia, in seguito agli eccezionali eventi meteo dell’ottobre 2018 (Tempesta Vaia) che hanno provocato estesi e intensi schianti da vento al patrimonio forestale della Regione del Veneto, del Friuli Venezia-Giulia, della Lombardia e delle Province autonome di Bolzano e Trento. In tale occasione si sono poi verificati gravi attacchi parassitari da parte dell’insetto a carico dell’abete rosso, a causa della disponibilità di risorse, dovute agli alberi schiantati. Ad oggi, non è possibile fare previsioni precise sui tempi di rientro nella fase endemica cui solitamente il fenomeno torna dopo alcuni anni, in quanto ciò dipende da fattori complessi quali l’andamento climatico, lo sviluppo di organismi antagonisti, le condizioni stazionali e i possibili interventi di contenimento. Il rischio di pullulazioni di scolitidi per le Alpi meridionali è comunque notoriamente elevato.
Per affrontare questa emergenza fitosanitaria, il MASAF ha istituito un tavolo tecnico-scientifico di cui fanno parte il Servizio fitosanitario centrale, la Direzione nazionale Economia montana e Foreste, il Centro Difesa e Certificazione del CREA, i Servizi fitosanitari delle regioni colpite dall’epidemia, i rappresentanti delle Regioni – Direzione foreste, nonché esperti e professori universitari, al fine di approfondire aspetti tecnico-scientifici e definire le misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo sul territorio nazionale.
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Come avviene la diffusione e quali sono i danni e sintomi
Gli adulti sono in grado di spostarsi in volo nella ricerca delle piante ospiti adatte alla riproduzione, anche se il bostrico non è un abile volatore; determinante a tal fine è l’apporto dato dal vento che può diffondere anche a grandi distanze il bostrico, trasportato passivamente oltre al legname non scortecciato, veicolato per le successive lavorazioni industriali (segherie, falegnamerie). L’attività di diffusione può terminare a causa del persistere di temperature diurne e notturne sotto i 16,5°C, di precipitazioni perduranti o di un periodo di luce diurna breve (<14 ore) in autunno (inizio/metà ottobre). Il bostrico colonizza le piante scavando piccoli fori nella corteccia. L’infestazione può essere riconosciuta precocemente grazie alla presenza di rosura rossastra vicino al foro di ingresso; in caso di pioggia, tuttavia, questi segnali non sono più visibili. Un altro sintomo è l’emissione di resina, prodotta dalla pianta nel tentativo di difendersi dall’attacco, che può colare lungo il tronco.
In fase tardiva, i sintomi si presentano con la decolorazione degli aghi, la loro caduta precoce con la chioma ancora verde, il distacco della corteccia, i fori di predazione del picchio.
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Quali specie sono attaccate dall’insetto
Questo insetto è un coleottero normalmente presente nelle foreste che predilige l’abete rosso, ma che occasionalmente può attaccare anche altre specie come ad esempio il larice.
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Ciclo vitale
L’intero processo di sviluppo dura mediamente dalle 6 alle 8 settimane, terminando con lo sfarfallamento dei nuovi adulti. Quest’ultimi andranno alla ricerca di altri alberi ospiti dove avviare una nuova generazione o poter svernare consentendo all’insetto di far ripartire il ciclo vitale nella primavera successiva. L’insetto, a seconda dell’ambiente (altitudine) e dall’andamento stagionale (temperature), può infatti compiere una o due generazioni l’anno; non sono comunque rari i casi, soprattutto a bassa quota e con temperature favorevoli, in cui gli adulti di seconda generazione siano in grado di riprodursi in tarda estate, avviando così una terza generazione.
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Siti a maggior rischio
I fattori predisponenti, utili per l’identificazione delle aree a maggior rischio sono riconducibili ai seguenti: presenza di peccete monospecifiche montane e altimontane, in particolare ad altitudini inferiori a 1600m; stazioni ad elevato rischio di stress idrico (esposizioni a sud, pendenze elevate, suoli acidi); struttura monoplana dei soprassuoli; densità molto elevata per carenza di tagli intercalari; presenza di schianti da vento o da neve.
Per approfondimenti si rimanda alle Linee Guida Bostrico typografo (Ips typographus L.), descritte nel Documento Tecnico Ufficiale – DTU n. 30, del Servizio fitosanitario nazionale.
Ips typographus L., originario dell’Asia settentrionale e dell’Europa, è presente in Russia, Cina, Corea e Giappone. In Europa centro-occidentale è stato trovato nell’areale di distribuzione del suo ospite principale, l’abete rosso ( Francia, Slovenia, Svizzera, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia, Norvegia e Italia) come mostra la mappa di “EPPO Global database”.
E’ un organismo naturalmente presente negli ecosistemi forestali italiani, in fase di espansione, nei territori colpiti dalla tempesta Vaia, quindi nelle aree che ricadono nelle regioni: Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Province autonome di Trento e di Bolzano.