La Cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto (Emittero Pentatomide) originario dell’Asia orientale. È una specie polifaga che causa la necrosi dei tessuti vegetali delle piante ospiti di cui si nutre. È molto prolifica e mobile, facilmente soggetta anche al trasporto passivo. L’insetto è stato rinvenuto per la prima volta in Europa nel 2004 e, in considerazione della spiccata capacità con cui si è insediato nel nuovo areale europeo che, di fatto, ne ha precluso ogni possibile tempestivo intervento di eradicazione, non è inserito fra gli organismi nocivi da quarantena per l’Unione europea.
E’ stato segnalato in Italia per la prima volta nel 2012 e, vista l’entità dei danni registrati in alcune aree del territorio nazionale, la sua presenza è stata presa in considerazione fin dal principio dal Comitato Fitosanitario Nazionale, che ha identificato nei mezzi di difesa tradizionali (prodotti fitosanitari, reti antinsetto, trappole e dissuasori) gli unici strumenti a disposizione per supportare gli agricoltori nella lotta alla Cimice.
Tuttavia, le caratteristiche della specie l’hanno resa difficile da controllare. Nel 2019 in particolare ha determinato danni insostenibili per il comparto agricolo nazionale a causa dell’aumento repentino della densità delle sue popolazioni, complice l’andamento climatico della stagione autunno-invernale 2018-2019. Alla luce di ciò e in un contesto di difesa integrata della frutticoltura nazionale, si è fatta strada l’esigenza di ricorrere ad interventi di lotta biologica con antagonisti naturali del parassita e, in particolare, con i parassitoidi originari del suo areale di provenienza (alloctoni). I dati raccolti nell’ambito di progetti di ricerca e sperimentazione promossi dal MASAF e sviluppati dagli esperti scientifici del CREA-DC sulla Vespa samurai (Trissolcus japonicus), che in Cina è molto efficiente nel parassitizzare uova di Cimice asiatica, hanno confermato che questo parassitoide può essere un valido alleato per la lotta contro la Cimice anche sul territorio nazionale.
Pertanto, a partire dal 2020, dopo che è stato completato da parte del Ministero dell’Ambiente il quadro normativo propedeutico all’introduzione in natura di organismi alloctoni come agenti di controllo biologico, sono state avviate in Italia le campagne di lancio della Vespa samurai contro la Cimice asiatica.
Contestualmente, è stato emanato dal MASAF un provvedimento (decreto ministeriale del 29 aprile 2020) finalizzato ad applicare in maniera armonizzata su tutto il territorio nazionale le misure ritenute ad oggi più efficaci contro l’insetto (interventi di difesa chimica, metodi meccanici di eliminazione della vegetazione spontanea ospite dell’insetto, impiego di reti antinsetto e trappole).
-
Quali sono i danni
Halyomorpha halys causa la necrosi dei tessuti vegetali di cui si nutre, sia nella fase giovanile che in quella adulta, con conseguente deformazioni dei frutti colpiti, che sono resi incommerciabili o comunque sono deprezzati nonché ridotta vigoria e produttività generale della pianta.
Oltre ai danni sulle colture, determina problemi di rimozione e smaltimento degli esemplari che in gran numero cercano rifugio in luoghi asciutti e riparati (abitazioni, scuole, uffici, magazzini e ricoveri di attrezzi) durante i mesi autunnali e invernali. A ciò si aggiunge il disagio creato dalla produzione di odori sgradevoli che l’insetto, come altri della stessa famiglia (Pentatomidi), emette da specifiche ghiandole come autodifesa.
Si segnalano, infine, forti ritardi nello sdoganamento di spedizioni nazionali, anche di merci di natura non vegetale, ai punti di entrata di alcuni Paesi terzi (Nuova Zelanda, Australia), a seguito delle ispezioni più scrupolose a cui sono sottoposte per verificare la presenza dell’insetto, che tende a nascondersi negli imballaggi.
La specie non è dannosa per la salute umana.
-
Quali piante sono attaccate dall’insetto
L’insetto attacca più di un centinaio di ospiti vegetali, tra cui specie caratteristiche del comparto agricolo nazionale (ciliegio, albicocco, pesco, pero, vite, pomodoro, peperone, soia, mais e girasole), ornamentali e forestali (Buddleja, Cryptomeria, cipresso, acero, salice, gelso, etc.).
-
Ciclo vitale
Nel nostro ambiente l’insetto può compiere fino a due generazioni complete in un anno, sovrapposte, con compresenza dei diversi stadi di sviluppo. In generale, la durata del ciclo vitale, a partire dalla deposizione delle uova fino al raggiungimento dello stadio adulto, risulta strettamente correlato con le condizioni climatiche, così come l’inizio, la durata e la fine della diapausa. La forma svernante è quella adulta. La fuoriuscita degli adulti dai siti di svernamento è scalare, inizia quando la temperatura supera 13 °C, con un picco tra aprile e metà maggio, e dura in media da metà marzo a fine maggio.
In primavera, all’uscita dalla diapausa, gli adulti si spostano sulla vegetazione delle piante ospiti, dove si nutrono e si accoppiano.
L’ovideposizione da parte degli individui svernanti inizia a metà maggio e si protrae fino a metà luglio quando anche questi individui svernanti sopravvissuti iniziano a morire. In questo stesso periodo, gli adulti di prima generazione incrementano la deposizione delle uova con una sovrapposizione del periodo di deposizione delle uova tra la prima e la seconda generazione. Gli adulti che si sviluppano dalle uova deposte durante l’estate non arrivano, di solito, nei nostri climi a originare una terza generazione, ma sono quegli individui che a partire dalla metà di agosto entreranno in diapausa riproduttiva per prepararsi poi allo svernamento (Costi et al., 2017). Le femmine uscite dallo svernamento iniziano a deporre uova in media dopo 35 giorni, mentre le femmine della generazione estiva hanno bisogno in media di 12 giorni, dal raggiungimento dello stadio adulto per iniziare a ovideporre con un potenziale riproduttivo fino a 285 uova a femmina per la generazione svernante e 215 per quella estiva (Costi et al., 2017). Le uova vengono deposte in gruppi solitamente sulla pagina inferiore delle foglie di piante ospiti.
La generazione svernante ha una vita di circa 1 anno, mentre quella estiva di 70-80 giorni.
Halyomorpha halys è stato rinvenuto per la prima volta in Europa nel 2004 in Liechtenstein e in seguito si è rapidamente diffuso in altri Stati membri dell’Unione (Austria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Spagna, Slovenia, Romania, Ungheria ecc.).
In Italia la sua presenza è segnalata a partire dal 2012 e, allo stato attuale, è diffuso in quasi tutte le regioni.
Per la distribuzione mondiale del parassita si veda sull’EPPO Global Database.