Anoplophora chinensis (Forester) è un coleottero cerambicide originario dell’Estremo Oriente, introdotto accidentalmente nell’Unione Europea attraverso il commercio delle piante ospiti, tuttavia non si può escludere che provenga da materiale da imballaggio in legno. È una specie polifaga, in grado di attaccare e portare a morte numerose specie di latifoglie arboree e arbustive, molte delle quali diffuse nell’UE. A causa dell’elevato rischio fitosanitario, Anoplophora chinensis è stata inclusa nella lista degli organismi nocivi di quarantena rilevanti per l’Unione Europea (Allegato II, parte B), del Regolamento (UE) 2019/2072 e inserita nella lista degli organismi da quarantena prioritari per le piante nel Regolamento (UE) 2019/1702, rappresentando quindi una seria minaccia per il verde urbano, i frutteti e i boschi.
Il controllo di questo organismo nocivo risulta di notevole difficoltà a causa dell’elevato numero di latifoglie su cui può svilupparsi, delle procedure di rilevazione della presenza delle larve nelle piante colpite e della limitata efficacia degli agenti di controllo naturali e dei mezzi chimici di lotta. La principale misura applicabile per l’eradicazione dell’insetto è quindi l’estirpazione delle piante ospiti e l’asportazione o devitalizzazione dell’apparato radicale. È pertanto essenziale non solo l’attività di monitoraggio annuale del territorio, volto all’individuazione tempestiva di eventuali focolai, ma anche l’adozione di misure sulla movimentazione di materiale sensibile nell’Unione, che riducono i rischi di introduzione e diffusione dell’organismo nocivo attraverso il commercio.
Dal 2000, è presente in Italia e, ad oggi, nelle regioni Lombardia e Toscana, dove le misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo sono in atto. Un focolaio è stato efficacemente eradicato nella regione Lazio ed un primo focolaio in Toscana, come anche in altri Stati membri dell’Unione Europea ad eccezione della Croazia e Turchia, dove è ancora presente.
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Come avviene la diffusione e quali sono i danni ed i sintomi
La principale causa di introduzione di questo insetto è dovuta alla commercializzazione (inclusa l’importazione) delle piante ospiti dalle aree in cui vi è la presenza di A. chinensis, attraverso il trasporto involontario di adulti, uova, larve e pupe.
Il sintomo è il progressivo disseccamento delle chiome e dell’intera pianta, causato dall’attività trofica delle larve che scavano gallerie nella parte basale della pianta e nelle radici riducendo la stabilità delle piante ed interrompono il trasporto della linfa e dei nutrienti. Emissione di rosura e presenza di fori di sfarfallamento degli adulti.
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Quali piante sono attaccate dall’insetto
Anoplophora chinensis può infestare piante di più di 20 famiglie. Molte sono diffuse nell’UE, quali Acer spp., Platanus spp., Betula spp., Fagus spp., Corylus spp., Rosa spp., Malus spp., Pyrus spp., Prunus spp., Populus spp., Ulmus spp. e Salix spp.
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Ciclo vitale
L’insetto ha una vita di uno-due anni, a seconda delle condizioni climatiche. Gli adulti emergono tra aprile e agosto e le femmine depongono le uova singole nella corteccia vicino al suolo. Le larve iniziano a nutrirsi sotto la corteccia e migrano nella linfa e nel legno duro, creando un tunnel verso il basso. Il processo di trasformazione della larva in pupa avviene, in cellette scavate nel legno della pianta, nella tarda primavera-estate.
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Siti a maggior rischio
I siti a maggior rischio sono essenzialmente il verde urbano, giardini e parchi pubblici e giardini privati, i vivai, i centri di commercializzazione di piante dall’ingrosso al dettaglio.
Per approfondimenti si rimanda alla scheda tecnica per le indagini, del Servizio fitosanitario nazionale relativo all’A. chinensis, il Documento Tecnico Ufficiale – DTU n. 35 e alle informazioni disponibili su EFSA pest survey card.
Anoplophora chinensis è una specie originaria dell’Estremo Oriente, in particolare è presente in Cina, Corea e Giappone e, in modo sporadico, anche in Malesia, Myanmar, Filippine, Taiwan e Vietnam. In Europa è presente in Croazia e Turchia. La mappa di “EPPO Global database” mostra la diffusione a livello globale.
Nel 2024, in Italia, sono presenti focolai nelle seguenti aree:
- dal 2000, Lombardia (provincia di Milano, Varese e Brescia), area delimitata del focolaio
- dal 2019, Toscana (comune di Prato), area delimitata del focolaio
Le attività di Sorveglianza, che si svolgono sulla base del Piano Nazionale di Indagine (PNI), consistono nella realizzazione di ispezioni visive, nel posizionamento e controllo di trappole e nel prelievo di campioni per i controlli analitici da parte dei laboratori dei Servizi fitosanitari regionali. L’applicazione del Piano Nazionale di Indagine è finalizzato alla definizione del Pest status dell’organismo nocivo sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda Anoplophora chinensis, la pianificazione delle indagini del 2024 relativa alle aree indenni, ha previsto l’ispezione di 6.051 siti e 7.810 esami visivi da eseguire su piante e suolo.
I risultati delle precedenti indagini (2021 – 2022) nelle aree indenni, hanno confermato che l’organismo nocivo non si è diffuso ulteriormente nel territorio nazionale, incluse le aree indenni delle regioni dove l’insetto era già presente (Lombardia e Toscana), in quanto, nei siti ispezionati nessun campione è risultato positivo al test di verifica, come mostrano i dati nella tabella di seguito.