Aleurocanthus spiniferus (Quaintance, 1903), anche noto come aleurodide spinoso, è un insetto di piccole dimensioni (Emittero della famiglia Aleurodide) che provoca il deperimento generale e, nei casi più gravi, il disseccamento delle piante ospiti che infesta. Presenta un’alta probabilità di entrare nell’Unione Europea o di diffondersi ulteriormente all’interno degli Stati membri attraverso il commercio, con l’importazione di piante ospiti e prodotti vegetali (CABI, 2022a). A causa della presenza di piante ospiti idonee e di condizioni climatiche favorevoli, l’insediamento di questa specie in tutta l’UE è favorita in particolare nell’area mediterranea. In considerazione della dannosità ed elevata polifagia, A. spiniferus è stato inserito nella lista degli organismi nocivi da quarantena rilevanti per l’Unione Europea (Allegato II, Parte B) del Regolamento (UE) 2019/2072, di cui è nota la presenza nel territorio dell’Unione Europea e ne è vietata la diffusione.
Questo insetto è attualmente presente in molti Stati europei, e in Italia è stato segnalato per la prima volta nel 2008 nella regione Puglia, infestando successivamente diverse aree del territorio nazionale. La rapidità con la quale l’insetto si è diffuso in ambito nazionale e gli esiti delle indagini, condotte nei diversi anni dal Servizio fitosanitario nazionale, hanno evidenziato la necessità di diversificare le misure di eradicazione o di contenimento, in rapporto alle tipologie di focolaio (area coltivata, verde urbano: pubblico e privato, vivai e garden center). Nelle aree delimitate, in ogni caso, sono obbligatorie le prescrizioni indicate nel Regolamento (UE) 2022/1927.
Per affrontare questa emergenza, è stato istituito uno specifico Gruppo di lavoro, che collabora in sinergia con gli Istituti di ricerca nazionali. Poiché la lotta chimica non si è rivelata l’unica strategia di contenimento, si è ritenuto opportuno implementare il controllo biologico, a mezzo di antagonisti (parassitoidi o predatori), per cui sono stati avviati studi sull’entomofauna che si sviluppa nelle aree focolaio a carico di A. spiniferus. Queste prime indagini hanno evidenziato la possibilità di utilizzo di diverse specie di coleotteri coccinellidi, quali: Clitostethus arcuatus, Delphastus catilinae, Serangium montazerii e di altri predatori e parassitoidi.
Attualmente, sono in corso le procedure per la gestione e l’applicazione delle misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo.
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Come avviene la diffusione e quali sono i danni ed i sintomi
La principale causa di introduzione di questo insetto è dovuta alla commercializzazione (inclusa l’importazione) delle piante ospiti e prodotti vegetali, non esclusa frutta e foglie attaccate piante.
I danni diretti sono maggiormente causati dall’attività trofica delle forme giovanili che, mediante gli stiletti boccali, pungono i tessuti vegetali e sottraggono la linfa, provocando un deperimento generale delle specie ospiti attaccate. Inoltre, queste forme giovanili sono responsabili di danni indiretti, legati all’abbondante produzione di melata zuccherina che, ricoprendo frutti e foglie, induce un progressivo disseccamento della vegetazione. Laddove gli attacchi riguardino specie fruttifere può verificarsi un importante deprezzamento della frutta stessa.
L’insetto vive sulla pagina inferiore delle foglie, nutrendosi della linfa ed espellendo abbondanti quantità di melata, sulla quale si sviluppa la fumaggine. La melata può percolare sui frutti sottostanti deprezzandoli. Un’infestazione elevata può determinare il deperimento delle piante.
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Quali piante sono attaccate dall’insetto
Aleurocanthus spiniferus attacca principalmente le piante genere Citrus spp. (quindi agrumi tra cui l’arancio, il limone e il mandarino). Tuttavia è altamente polifago e segnalato su oltre cento specie vegetali appartenenti a trentotto famiglie botaniche di interesse agrario, quali kaki, melograno, vite, melo, pero, fico, mirto e piante ornamentali, come rosa, edera, lauroceraso, piracanta. Inoltre, il Regolamento (UE) 2019/2072 indica particolari prescrizioni su piante da impianto.
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Ciclo vitale
Gli adulti hanno piccole dimensioni – lunghi in media 1,5 mm, con ali di colore grigio bluastro e maculature chiare – e volano attivamente quando sono disturbati, ma non sono dei buoni volatori. Pertanto, la dispersione attiva avviene a corto raggio.
Le uova vengono deposte a spirale sulla pagina inferiore delle foglie, sono di forma ellittica, inizialmente giallastre, diventano nerastre man mano che maturano. Gli stadi giovanili successivi sono quattro, di cui solo il primo è mobile, essendo dotato di zampe, mentre gli altri ne sono privi e rimangono fissi sulle foglie. Tali stadi, anch’essi di forma ellittica, sono di colore nero, circondati da una caratteristica frangia cerosa bianca e presentano (dal II al IV stadio) spine filamentose lungo la parte periferica del corpo.
A seconda delle condizioni climatiche, A. spiniferus può compiere da tre a sei generazioni sovrapposte nel corso dell’anno. Lo svernamento avviene su piante che non perdono le foglie, come agrumi e specie ornamentali sempreverdi. Gli stadi svernanti sono per lo più le pupe o le neanidi di III età.
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Siti a maggior rischio
I siti a maggiore rischio sono le aree urbane con verde ornamentale e aree coltivate (in particolare se sono presenti piante ospiti), vivai e luoghi di commercializzazione di piante ospiti (dove deve essere verificata l’assenza dell’organismo nocivo da quarantena).
Per approfondimenti si rimanda alla scheda tecnica per le indagini, del Servizio fitosanitario nazionale, relativo a A. spiniferus, il Documento Tecnico Ufficiale – DTU n. 41, e alle informazioni disponibili su EFSA pest survey card.
Aleurocanthus spiniferus è una specie originaria dell’Asia sudorientale, diffusa anche nell’Asia tropicale e subtropicale, in Africa, in Oceania e in alcune isole del Pacifico. In Europa, è presente in Croazia, Montenegro, Grecia, Repubblica Ceca, Albania e Francia. La mappa di “EPPO Global database” mostra l’attuale diffusione a livello globale.
In Italia, l’organismo nocivo è stato segnalato a partire dal 2008 in Puglia e, nel 2024, è presente in diverse altre regioni, fra cui Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana e Sicilia.
Le attività di Sorveglianza si svolgono sulla base del Piano Nazionale di Indagine (PNI) consistono nella realizzazione di ispezioni visive e nel posizionamento e controllo di trappole e nel prelievo di campioni per i controlli analitici da parte dei laboratori dei Servizi fitosanitari regionali. L’applicazione del Piano Nazionale di Indagine è finalizzato alla definizione del Pest status dell’organismo nocivo sul territorio nazionale e, per il 2024, è stato previsto di ispezionare 510 siti RUOP e 1.438 siti nel territorio.
I risultati delle precedenti indagini condotte nelle aree indenni (2021-2022-2023), hanno confermato l’ulteriore diffusione sul territorio nazionale. La tabella di seguito mostra il numero di siti ispezionati ed esami visivi effettuati per gruppo di indagine nel triennio.
Anno | Gruppo d’indagine | N. Siti ispezionati | N. Esami visivi |
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2023 | RUOP | 2.141 | 6.591 |
Territorio | 2637 | 4.375 | |
2022 | RUOP | 1.766 | 4.897 |
Territorio | 2.150 | 3.507 | |
2021 | RUOP | 1.108 | 2.403 |
Territorio | 2.916 | 5.164 |