La Flavescenza dorata della vite (FD), è una malattia causata da fitoplasmi, che ricade nel gruppo dei cosiddetti “giallumi della vite”. È considerata tra le più importanti e distruttive malattie della vite. La sua pericolosità è legata alla elevata efficienza di trasmissione del patogeno ad opera del suo principale vettore, la cicalina Scaphoideus titanus Ball, un insetto che si alimenta e svolge il suo ciclo biologico interamente su vite, cui è strettamente associato.
A causa del carattere epidemico e della gravità dei danni provocati ai vigneti, il fitoplasma, responsabile della malattia è, ad oggi, incluso negli elenchi degli organismi da quarantena rilevanti per l’Unione Europea, nell’ Allegato II, Parte B, del Regolamento 2019/2072, di cui è nota la presenza nel territorio dell’Unione Europea e ne è vietata la diffusione.
Il patogeno è stato segnalato in Italia per la prima volta in Lombardia nei primi anni ‘70 e si è successivamente diffuso in gran parte delle aree viticole delle regioni centro-settentrionali. Per far fronte alla comparsa in forma epidemica della fitoplasmosi, nel 2000 è entrato in vigore il decreto ministeriale del 31/05/2000, recante le misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata della vite. Pur con l’applicazione di dette misure, tra il 2020 e 2021 la malattia ha fatto registrare una recrudescenza nelle aree produttive settentrionali italiane, causando gravi danni alla produzione viticola del territorio nazionale. Tale recrudescenza è imputabile a diverse concause tra cui la difficoltà di contenimento del vettore con i trattamenti insetticidi, la presenza crescente di superfici incolte che rappresentano un pericoloso serbatoio di infezione, nonché gli evidenti cambiamenti climatici.
In tale contesto e in considerazione dell’importanza della problematica, il Comitato fitosanitario nazionale, ad ottobre 2022, ha istituito il Gruppo di lavoro tecnico scientifico su Flavescenza dorata, di cui fanno parte i rappresentanti del Servizio fitosanitario centrale, dei Servizi fitosanitari regionali, del Centro Difesa e Certificazione del CREA, nonché esperti dell’Università degli studi di Catania e del Centro di Sperimentazione Laimburg, al fine di approfondire aspetti tecnico-scientifici e definire le attuali misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto alla diffusione della Flavescenza dorata sul territorio nazionale.
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Come avviene la diffusione
I fitoplasmi sono microrganismi che colonizzano i tessuti floematici della pianta provocando, attraverso il blocco del trasporto della linfa, uno squilibrio delle attività fisiologiche della pianta stessa. Ad oggi, lo Scaphoideus titanus è il principale insetto vettore della flavescenza. Questa cicalina, nutrendosi sulle viti infette, acquisisce il fitoplasma e successivamente, dopo un periodo di latenza, lo inocula nel floema di viti sane propagando in modo persistente la malattia. Il vettore rimane infettivo per tutta la durata della sua vita. Il suo ciclo vitale necessita di Vitis spp.
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Quali sono i sintomi
I sintomi della Flavescenza dorata sono analoghi a quelli espressi da altre fitoplasmosi della vite, come in particolare il Legno nero (LN) e interessano foglie, germogli, tralci e grappoli. Alcuni sono riconoscibili già a partire da metà maggio (germogliamento irregolare) altri, come la colorazione settoriale delle foglie ed il mancato agostamento dei tralci, sono più tardivi e maggiormente visibili da metà agosto a fine settembre.
Sintomi chiave primaverili: germogli con numero ridotto di internodi; internodi corti e/o disposti a zig zag, foglie di dimensioni ridotte, disseccamento delle infiorescenze, bollosità della lamina fogliare per sviluppo ridotto delle nervature, disseccamento della porzione apicale del germoglio, ripiegamento verso il basso della foglia, lamina fogliare con seno peziolare più stretto della norma, caduta prematura delle foglie, imbrunimenti della parte interna della corteccia nel capo a frutto sintomatico (inizio giugno).
Sintomi chiave estivi: tracce del germogliamento stentato primaverile, femminelle stentate come i germogli in primavera, arrossamenti e/o ingiallimenti della lamina fogliare che non interessano le nervature, disseccamento dei grappoli in allegagione, arrossamenti e/o ingiallimenti settoriali delimitati dalle nervature, distacco anticipato delle foglie con o senza picciolo, appassimento (nota: l’appassimento può anche solo di porzioni dei grappoli dalla fase di invaiatura fino alla raccolta), consistenza gommosa del tralcio e/o mancato agostamento, ripiegamento verso il basso delle lamine fogliari, ispessimento della lamina fogliare: consistenza cartacea (percepibile al tatto), comparsa di pustole oleose nere sui tralci.
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Piante suscettibili alla malattia
Oltre alla vite, i fitoplasmi sono stati segnalati anche in Clematis vitalba, Ailanthus altissima, Alnus glutinosa, A. cordata, A. incana, Corylus avellana e Salix sp. sempre in prossimità di vigneti infetti.
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Ciclo vitale del vettore/insetto
Scaphoideus titanus è una specie monovoltina in grado di compiere il proprio ciclo vitale interamente a carico della vite (Vitis spp.) su cui l’insetto si nutre e riproduce. Le uova (1.5 mm) sono deposte tra agosto e ottobre nella corteccia dei tessuti lignificati prevalentemente di due o più anni e si schiudono a partire da metà maggio dell’anno successivo. Lo sviluppo postembrionale di S. titanus passa attraverso cinque età giovanili (1.8-5.2 mm), due di neanide e tre di ninfa..
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Siti a maggior rischio
I siti da prendere in considerazione prioritariamente per le attività di indagine sono: vigneti, con particolare riferimento alle varietà più suscettibili, i campi di piante madri e barbatellai, comprese le barbatelle in vaso.
Per approfondimenti si rimanda alla scheda tecnica per le indagini sull’organismo nocivo del Servizio fitosanitario nazionale, relativo a Flavescenza dorata (Grapevine flavescence dorée phytoplasma) e Scaphoideus titanus Ball, il Documento Tecnico Ufficiale – DTU n. 44 e alle informazioni disponibili su EFSA pest survey card.
Il fitoplasma della Flavescenza dorata è presente solo in Europa; le prime osservazioni dei sintomi risalgono all’inizio del XX secolo. La sua distribuzione è segnalata nei principali Stati membri dell’UE produttori di uva, quali: Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna, nonché in Svizzera, Montenegro e Serbia, come mostra la mappa di “EPPO Global database” .
In Italia, la Flavescenza dorata è presente in tutte le aree viticole del Centro-Nord del territorio nazionale e in alcune aree del Sud (Regione Campania – Ischia), così come lo Scaphoideus titanus è presente soprattutto nel Nord e Centro Italia e più sporadicamente in alcune aree del Sud Italia, mentre è considerato assente in Sardegna e Sicilia.
Nel 2024, la diffusione su territorio nazionale è estremamente eterogenea, con aree maggiormente colpite e aree in cui la presenza della malattia è puntiforme.
Le attività di Sorveglianza si svolgono sulla base del Piano Nazionale di Indagine (PNI) consistono nella realizzazione di ispezioni visive e nel posizionamento e controllo di trappole e nel prelievo di campioni per i controlli analitici da parte dei laboratori dei Servizi fitosanitari regionali. L’applicazione del Piano Nazionale di Indagine è finalizzato alla definizione del Pest status dell’organismo nocivo sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda la Flavescenza dorata, la pianificazione delle indagini del 2024 delle aree indenni, ha previsto l’ispezione di 1.725 siti e 2.019 esami visivi da eseguire su piante e suolo.
I risultati delle indagini condotte, nel 2021 e 2022 nelle aree indenni, sia sull’organismo nocivo che sul vettore (Scaphoideus titanus), hanno confermato l’ulteriore diffusione sul territorio nazionale nel 2021, come riportato nella seguente tabella.